Phyllis chevauchant Aristote (fframmento dell'arazzo “Pouvoir des femmes”, 1470-1480) |
“La belle qui fit ma conquéte.
M’a séduit à l’état de béte.”
“Qui d’une dame entre au service
Doit endurer tous ses caprices.”
Il poema cortese a cui fa riferimento l’arazzo da cui sono tratti questi
versi è un’opera sotto forma di fiaba che si ritrova in almeno 6 manoscritti appartenenti
ad un periodo compreso tra il XIII°e il XIV° secolo. L’attribuzione di tali
componimenti è stata identificata di volta in volta in Henri d’Andeli, in Henri
Valenciennes e in Étienne de Bourbon.
La storia riguarda Alessandro Magno che interrompe le proprie campagne di
conquista perché innamorato di una bella giovane indiana. Questa situazione
ingenera malcontento tra i comandanti dell’esercito di Alessandro ma nessuno
osa fare trasparire i propri sentimenti al grande condottiero. Allora,
interviene Aristotele che, in qualità di maestro gli fa presenti i doveri
politici di un capo e lo riprende.
La giovane indiana, allontanata, non esita a chiedere ad Alessandro i
motivi del suo distacco e, appreso dell’intervento del filosofo, decide di
vendicarsi.
Soundtrack:
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Nel gioco dell’amore, ella finge di accettare le sue avances chiedendogli
di diventare la sua montatura per consentirle di cavalcarlo. E Aristotele
accetta.
Alessandro Magno che era stato avvertito dalla stessa giovane, scopre
Aristotele in questa posa e viene colto da profonde risa che ridestano
Aristotele stesso dalla sua follia. Si rende così conto dello stato in cui si
trova e ammette quindi che Alessandro aveva le sue ragioni per cadere tra le
braccia dell’amore se perfino lui stesso, nonostante l’età, non era riuscito a
difendersi da questo sentimento.
La morale è che non si devono biasimare gli amanti perché l’Amore è padrone di tutto.
Soundtrack: Love like a man (Alvin Lee à l'Olimpia)
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