Monday, November 24, 2014

La povertà sorge dalla stessa abbondanza

Les amants du pont neuf
E' mai possibile che noi uomini non si riesca mai di imparare qualcosa dalla storia e dalle esperienze precedenti? E' mai possibile che ci si illuda sempre di essere diversi da chi ci ha preceduti e che si creda che a noi non possa capitare quello che per altri è stato? E' mai possibile essere cos' stolti e presuntuosi. Siamo uguali, ugualissimi e stra-uguali ai nostri predecessori, agli antenati.

Identiche passioni. I motori dell'esistenza comune. Invariate nei secoli, nei millennti nelle loro valenze sia positive che negative e quindi ben note, eppure così nuove per ciascuno di noi che nella nostra vita impariamo a conoscerle all'atto dell'esperienza diretta. verso la quale sappiamo essere stupiti, increduli, meravigliati, affascinati, spaventati ... Eppure dovremmo ben conoscerle. Accompagnano il genere umano fin dalla sua comparsa nel mondo.
Georges Mathieu
François Marie Charles Fourier (1772-1823) aveva bene sintetizzato questi "motori". L'uomo, diceva, è da sempre guidato da 12 passioni:
  • sensitive: vista, udito, tatto, gusto e odorato
  • cardinali o affettive: onore, amicizia, amore e familismo
  • distributive: cabalista (il gusto dell'intrigo), alternante o sfarfallante (il gusto per il cambiamento) e composita (la passione per l'esaltazione)
Giorno dopo giorno, anno dopo anno, secolo dopo secolo, millennio dopo millennio. Sempre le stesse. Eppure Fourier considera l'evoluzione dell'uomo una condizione in costante progressione (dallo stato selvaggio alla barbarie e da questa allo stato patriarcale per poi giungere alla "civiltà" che è quella odierna e si definisce "società borghese") per questo idealizza il prossimo raggiungimento delle ultime fasi del destino dell'uomo, il garantismo e l'armonia. Figli di fasi precedenti, connotate da barbarie e dalla sua evoluzione verso la cività.
Il fascino discreto della borghesia - Louis Bunuel
E in questa logica analitica, il giudizio verso la società che si affacciava nel diciannovesimo secolo risultava però inesorabile e tassativamente negativo. Un giudizio che sorvolava lo stato previlegiato delle antiche classi dominanti (i re, i nobili, il clero e i soldati) e si concentrava verso quello che considerava a ragione il sale della futura evoluzione sociale, la borghesia. Quella che ora sta scomparendo.

La società borghese capitalista del tempo risultava però già allora fallita perché il libero mercato non aveva portato quel benessere che aveva promesso: il mondo capitalista era solo riuscito ad ampliare il divario tra "i pochi che hanno molto e i molti che hanno poco". Il capitalismo aveva disumanizzato la società esasperando la competizione individuale e reintroducendo la schiavitù (lavoro minorile, alienazione, lavoro servile, etc…).
Oggi torniamo a parlare di "rischio di lavoro servile" perché asservito alla volontà del "padrone" che non può curarsi delle esigenze naturali, vitali del lavoratore dipendente. Oggi ci si riempie la bocca di "liberismo" mascherandone la valenza oppressiva ed egoista delle passioni distributive. Se ci si fa caso, questa società borghese eleva "ognuno dei vizi che la barbarie esprime e pratica in maniera semplice" ad un modo di essere complesso, a doppio senso, ambiguo ed ipocrita.

Per questo, la società borghese si involve in se stessa in un circolo vizioso fatto di continue contraddizioni tra ciò che viene virtuosamente presentato come obiettivo e come sentimenti-guida e quello che invece realizza ed esplicita come frutto di egoismo ed ipocrisia. La povertà infatti nasce dalla stessa abbondanza. Oggi siamo un mondo ricco in cui i poveri aumentano !
Femme dans un jardin - Vincent van Gogh - 1887
Un altro frutto dell'ipocrisia è il falsamento di alcuni valori che da "mezzi" diventano "obiettivi" essi stessi. Il capitale infatti è l'espressione del denaro che ha perso la sua valenza di mezzo per ottenere ciò di cui si ha bisogno per diventare scopo finale a se stesso, autoreferenziante. E in questa logica, l'ipocrisia fa da padreona. Infatti, i prezzi non li fa più il mondo del lavoro ma il mondo della finanza. La vita economica è falsificata in quanto il capitalismo bada esclusivamente alla finanza.

Da che parte vogliamo stare. Come possiamo raggiungere la fase del garantismo e dell'armonia a chi sarebbe giusto tendere in modo spasmodico e risoluto? Come possiamo se ci stiamo inviluppando tra tanti falsi valori e falsi miti e falsi bisogni? Forse la risposta sta in un solo concetto, quello di riprendersi la vita e di mantenere il proprio credo etico ed umano, quello basato sul rispetto.
Art deco sovietico
E, parallelamente a questo, smettiamo di credere/illuderci che possa bastare convincere i governanti e le classi dominanti dell'ingiustizia sociale esistente per stabilire con facilità sulla terra la pace e il benessere universale. Non può esistere un socialismo senza lotta. (Friedrich Engels)

Soundtrack: Sarah McLachlan - Angel

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