Saturday, December 20, 2014

Dannazione o infinita speranza ?

Giuseppe Ungaretti - 1969
"Chiuso fra cose mortali
(Anche il cielo stellato finirà)
Perché bramo Dio?"

Giuseppe Ungaretti, nel giugno del 1916, scriveva questa dolcissima e struggente poesia e la intitolava "Dannazione" perché fa riferimento a destino dell'uomo di sentire la propria finitezza e incompletezza in uno spasmodico desiderio di infinita perfezione che è l'unione con Dio. 

Il titolo "dannazione" è però bivalente perché non può essere chiuso in un unico significato che è quello più comune di condanna. In questo caso può essere anche sentito come elemento di liberazione e quindi inverso al primo.

Elemento di liberazione perché, come una volta ebbi l'opportunità di leggere in un libro di Emil Cioràn, l'uomo ha l'occasione di crescere, di evolvere solo nella cattiva sorte che avverte come tale.

Così, il sentire i propri limiti e il proprio destino di imperfezione e conclusione, abbiamo la possibilità di anelare alla compiutezza infinita. E, nella domanda esistenziale che ci si affianca ogni istante, cerchiamo e cerchiamo e cerchiamo ancora.


Carter Camp, center, in Wounded Knee, S.D., during a 71-day standoff in 1973. William Kunstler, the radical lawyer, is at left.
Lo scopo, il significato e l'appartenenza. Chi siamo, perché siamo, dove andiamo e da chi veniamo e a chi tendiamo ...

Come definire dannazione quella che invece è trampolino verso la salvezza. Una salvezza intesa non esclusivamente in senso religioso perché è solo riflettendo su chi siamo noi e cosa siamo e cosa rappresentiamo che deriva la percezione del destino a cui dobbiamo tendere ed al quale non dobbiamo abbandonarci.

Il nostro destino, infatti, non deve dipendere dal caso e dalle contingenze ma solo da noi. Dalla nostra capacità di cercare e trovare e non demordere mai. Mai accontentarci ma guardare sempre ai nostri errori per muoverci, per metterci in movimento.

E vale la pena chiudere con una frase di Cioràn: "La dolcezza di prima della nascita, la luce della pura anteriorità." Serve a considerare il concetto di luce prima dell'essere che potrà essere luce dopo l'essere. Questo perché amo stravolgere i suoi pensieri ... e credo sia un bene.

Emil Cioran e Mircea Eliade nella Place Furstenberg a Paris - 1986
Soundtrack: "Indian Reservation" - John D. Loudermilk


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