Saturday, August 30, 2014

Beat Generation e Poeti nell'Ombra

Oggi si scrive di idee degli altri.
Oggi si scrive di chi è stato ed è rimasto nell'ombra.
L'oscurità non è il ricettacolo dei fallimenti
e delle incapacità.
Il buio può essere la casa degli incompresi, degli anticipatori, dei delicati, degli umili,
dei silenziosi.
L'arte non è solo folgore alla futurista.
Può essere qualcosa che entra in punta di piedi e altrettanto silenziosamente se ne esce e va via.
Amo chi è discreto, umile e sensibile.
Per questo oggi parlo di una "minore" (possiamo dirlo?) della beat generation.



(senza titolo)
Al corso di recitazione
Il perfetto fiore di carta
Ci eclissa tutti quanti
(Elise Nada Cowen) 
It’s 1954, and a woman sits alone in front of a typewriter in a Brooklyn boarding house. There’s a half-finished bottle of cheap red wine next to her, and the only other furniture in the room is an unmade bed with dirty sheets. It’s the land lady’s responsibility to provide clean sheets, but it’s the woman’s responsibility to pay the rent on time, so she chooses her battles carefully. She’s surrounded by books stolen from libraries across the city (the only moral way to get books, she believes.) She takes a swig of wine before she leans forward to type. (Toast.net - 2014)

Elise Nada Cowen. Poetessa della Beat Generation. Morta suicida a 27 anni.
Un volo nel vuoto. Rifiutata dai familiari che distruggono quasi tutta la sua produzione.
La bruciano. La fanno morire per la seconda volta.

Someone I could kiss
Has left his, her
             tracks
             A memory
            Heavy as winter breathing
            in the snow


Più famosa per essere stata l'esperimento eterosessuale di Ginsberg e per avere trascritto la sua poesia "Kaddish". Ha vissuto all'ombra di Allen Ginsberg. Considerata "debole di mente". Le sue poesie però stracciano queste immagini. Le sue poesie la illuminano e superano gli ostacoli che le donne hanno incontrato nell'ambito della stessa Beat Generation.

Sitting with you in the kitchen
Talking of anything
Drinking tea
I love you
“The” is a beautiful, regal, perfect word
Oh I wish you body here
With or without bearded poems



La beat generation è infatti un fenomeno grandemente maschile dove la donna ha vestito ruoli di supporter, di amica, fidanzata, amante, cameriera, cuoca, domestica. Poche donne sono state riconosciute come artiste. 

Gregory Corso dice chiaramente che l'unica vera ragione per cui nella Beat generation si trovano poche rappresentanti del sesso femminile risiede nel fatto che "negli anni '50 se eri un maschio potevi diventare un ribelle ma se eri femmina la tua famiglia ti avrebbe rinchiuso (a casa o in un istituto)."

Elise Cowen venne coinvolta nella Beat generation quando era studentessa a Barnard. In contrapposizione con i desideri della sua famiglia, che auspicava di avviarla ad un'educazione di alto livello presso un instuto prestigioso, premessa alla rispettabilità di una vita della middle-class, Elise, pur dimostrandosi molto intelligente, non otteneva grandi risultati a scuola.

L'incontro a Barnard con alcuni artisti della controcultura americana (Joyuce Johnson e Leo Skir, nucleo dei East Coast Beats) risultò decisivo. 

Elise veniva chiamata Ellipse o Eclipse e il suo midle name Nada prese a significare per sè" Nothing and Nothingness".


Death I’m coming
Wait for me
I know you’ll be
at the subway station
loaded with galoshes, raincoat, umbrella, babushka
And your single simple answer
to every meaning
incorruptible institution


Leggeva molto, scriveva di nascosto e raramente frequentava la scuola. Il legame con un suo professore, così come quello con Allen Ginsberg, era dominato dall'ammirazione nei confronti dell'intelligenza del compagno che doveva quindi accudire. Con Ginsberg "her world was Allen". Sposava ogni cosa Allen decidesse o facesse o dicesse.

Ma la sua poesia appare libera da questi lacci.
Una poesia non di imitazione.
Autentica, originale.



“Tutto il mio lavoro è rivolto contro coloro che sono intenti, per stupidità o per programma, a fare saltare in aria il pianeta o a renderlo inabitabile.”
William Burroughs

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