Monday, August 11, 2014

Imažinizm


Jakulov BG - La belle Heléne
Immaginismo è una corrente poetica russa degli anni ’20, per la quale l’immagine è il fondamento della composizione. Nata dopo la rivoluzione del 1917 a Mosca, tra i fondatori troviamo i poeti Anatoly Marienhof, Vadim Shershenevich e Sergei Yesenin e in seguito anche Rurik Ivnev, Alexander Kusikov, Ivan Gruzinov, Matvey Royzman e il drammaturgo Nikolay Erdman. L'obiettivo era di differenziarsi dai Futuristi.

La poesia immaginista si  basa su sequenze che si interrompono di fronte ad immagini figurate e frequentemente vengono utilizzate le metafore. Il Manifesto del movimento viene pubblicato nel 1919 e successivamente vengono fondate alcune case editrici dedicate e una rivista di poesia intitolata "Gostinitsa dlya puteshestvuyuschih v prekrasnom" (Casa di accoglienza per viaggiatori del bello).

Il gruppo si scioglie tra il 1925 e il 1927 anche se la sua eredità è ancora forte, se siconsidera il gruppo dei Melo-immaginisti fondato nel 1990.




"Se riunissi tutti i miei versi in un libro così, credo che arriverei a trecentoventi." - "Cosa?" - "E va bene, a centosessanta." Riguardo ai numeri Esenin era maestro in fatto di esagerazione ma docilmente arrendevole.
Anatolij B Mariengof "Romanzo senza Bugie"

“sono malato di memorie dell’infanzia,
sogno le nebbie e l’umido delle sere d’aprile”
Sergei Esenin



M Larionov - Neoprimitivismo russo
Molto prima, però, immagine e parola trovavano l’espressione poetica che sottolineava il limite dell’immagine di per sé, priva del cuore.

“Il mio occhio si è fatto pittore e ha tracciato
la forma della tua bellezza sulla tavola del mio cuore.
Il mio corpo è la cornice in cui essa è tenuta,
e, fatta in prospettiva, essa è la migliore arte del pittore:
perché attraverso il pittore devi vedere la sua maestria,
per scoprire dove sia la tua fedele immagine dipinta,
che sempre pende nella bottega del mio petto,
nelle cui finestre si specchia il vetro dei tuoi occhi.
Ora vedi che bei servigi gli occhi hanno reso agli occhi:
i miei hanno ritratto la tua figura, e i tuoi per me
sono finestre sul mio petto, attraverso cui il sole
si diletta a sbirciare, per ammirare, là dentro, te.
Ma agli occhi manca l'abilità che dia grazia alla loro arte:
ritraggono solo ciò che vedono, non conoscono il cuore.

William Shakespeare

Erik Madigan Heck - Surreal-Plane

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