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Lulù - Louise Brooks |
Secondo René Girard, un antropologo francese, il mimetismo di appropriazione è la tendenza compulsiva dell'umanità ad imitare i desideri altrui in modo che ciò che viene realmente desiderato è un qulcosa che è desiderata e cercata da altri. In questa logica, il valore intrinseco degli oggetti che desideriamo non è così rilevante come il fatto che questi stessi sono l'oggetto di desiderio da parte di altri. In sintesi, desideriamo fortemente solo ciò che è oggetto di deiderio altri. Il nostro desiderio è quindi parte intrinseca del nostro gareggiare con gli altri. Per esserne pari o superiori.
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Dorothy e Lillian Gish in “The Sisters” - 1914 |
Possiedo, ergo sum, potremmo dire. Avere = essere. Sempre secondo Girard, il desiderio ha qundi bisogno di due attori: l'oggetto del desiderio e l'altro che deisdera la stessa cosa, il confronto, il rivale. Da ciò, l'evoluzione del desiderio in aggressività verso l'altro. Mentre, il desiderio a sè stante è definibile come appetito in quando, non necessitando dell'altro, è espressione istintiva.
Il desiderio dell'uomo è tale solo perché coesiste con il desiderio di un altro. Viceversa, il desiderio a sè stante, l'appetito, essendo legato all'istinto, è animale e non umano. Almeno nel senso della specificità intrinseca. Pertanto, nel desiderio umano, quello mimetico, coesiste l'aspetto dell'essenza umana che è il sociale. L'uomo è un animale sociale. Vive perché è inserito in una società di uomini. E pertanto, il desiderare ciò che è desiderato da un altro contiene il concetto del confronto con l'altro e quindi quello del desiderare il "riconoscimento sociale".
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Rogier van der Weyden - DLa deposizione di Cristo (particolare) - 1435 |
Torniamo al "possiedo, ergo sum" in contrasto netto con il "cogito, ergo sum". Analogo è il concetto di "potere è essere", di "compro, ergo sum". Ne deriva che ci si sposta dall'Essere verso l'Avere. E questo trasla l'essenza umana dalla sua forma originaria superiore, dovuta alla funzione intellettiva, verso una logica esclusivamente di valori sociali dove il ruolo è più rilevante della persona stessa.
Se all'inizio, questa caratteristica risultava peculiare per l'uomo e distintiva nei confronti dell'appetito istintivo = bestiale. Questo relegate il valore della persona al ruolo sociale lo fa precipitare nuovamente nella bestialità, visto che tra le bestie esistono ruoli sociali ben definiti e di totale valore all'interno della comunità.
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Alain Delon e Monica Vitti - L’Eclisse (Michelangelo Antonioni) - 1962 |
E, d'altra parte, spiega i comportamenti violenti che l'uomo moderno sa assumere per conquistare il desiderato mimetico e che sono connotati da atteggiamenti istintivi e primordiali. E, oltretutto, proprio perchè il desiderio mimetico ha valore sociale, ecco che questo è l'oggetto di profondi studi di marketing che mirano ad evocare desideri sociali, i trend, per convogliarli verso oggetti di consumo a fini commerciali. Ed inoltre, la guerra dei prezzi si basa ancora sul valore sociale del desiderio mimetico nel senso che il rendere l'oggetto di desiderio mimetico il più economicamente accessibile, sfrutto appieno questo desiderio sociale.
E noi comperiamo sempre più ciò che ci serve di meno. Solo perché è l'oggetto del desiderio mimetico ed ha valenza di riconoscimento sociale. Lo status symbol. Quanto siamo fessi ...
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Jeanne Moreau e Marcello Mastroianni - La Notte (Michelangelo Antonioni) - 1961 |
Soundtrack:
Alvin Lee - Outside My Window
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