Меркулов Антон |
Dal libro "Arcipelago Gulag" di Solzˇenicyn una considerazione su Berdjaev "Al momento del processo, sono riusciti a trasformare in marionette la cerchia di Berdjaev, ma non lui medesimo. Lo volevano processare, fu arrestato due volte, lo portarono (1922) a un interrogatorio notturno da Dzerzˇinskij, e c’era anche Kamenev (dunque neppure lui disdegnava la lotta ideologica per mezzo della Cˇeka). Ma Berdjaev non si umiliò, non si profuse in suppliche: espose con fermezza i principi religiosi e morali in virtù dei quali non accettava il potere che si era instaurato in Russia, e non solo fu riconosciuto inutile processarlo, ma lo liberarono. Ecco un uomo che dimostrò di avere un punto di vista proprio!»
Secondo Berdjaev la Storia progredisce su due livelli:
1) per mezzo del capitalismo essa si sviluppa verso la Giustizia Assoluta,
2) attraverso la ricerca di mondi diversi e di valori eterni, l’umanità si sta avvicinando alla Verità Assoluta.
Suggerisce che nell’interpretare l’evoluzione storica non ci si dovrebbe concentrare soltanto su leggi materialistiche e scientifiche, ma considerare in primo luogo quelle etiche e religiose. L’avvento di una nuova società di giustizia e verità sarà il risultato di cambiamenti da portare non già al rapporto distributivo dei mezzi di produzione, bensì alla mente e alla coscienza dell’uomo, nello sforzo di perfezionarsi e di avvicinarsi ad un modello ideale di verità e moralità assoluta.
«Il materialismo storico è soltanto una scadente sovrastruttura metafisica della struttura positivistico-scientifica del nostro tempo, una sovrastruttura completamente priva di elementi idealistici».
«La teoria positivista della conoscenza rivela tutti i limiti del pensiero di cui fa parte e al tempo stesso la necessità della metafisica».
La filosofia di Berdjaev ha inizio
con la libertà, che egli considera essere la base di tutto le altre cose:
libertà è quell’ambito della nostra esistenza che non può essere influenzato né
determinato da altro.
1) per mezzo del capitalismo essa si sviluppa verso la Giustizia Assoluta,
2) attraverso la ricerca di mondi diversi e di valori eterni, l’umanità si sta avvicinando alla Verità Assoluta.
Suggerisce che nell’interpretare l’evoluzione storica non ci si dovrebbe concentrare soltanto su leggi materialistiche e scientifiche, ma considerare in primo luogo quelle etiche e religiose. L’avvento di una nuova società di giustizia e verità sarà il risultato di cambiamenti da portare non già al rapporto distributivo dei mezzi di produzione, bensì alla mente e alla coscienza dell’uomo, nello sforzo di perfezionarsi e di avvicinarsi ad un modello ideale di verità e moralità assoluta.
«Il materialismo storico è soltanto una scadente sovrastruttura metafisica della struttura positivistico-scientifica del nostro tempo, una sovrastruttura completamente priva di elementi idealistici».
«La teoria positivista della conoscenza rivela tutti i limiti del pensiero di cui fa parte e al tempo stesso la necessità della metafisica».
Olga Zlobin |
La libertà è la cosa ultima: non si
può derivare da nulla né può essere equiparata ad altro. La libertà è il
fondamento incausato dell’essere: è più profonda dell’essere stesso.
Ciononostante la libertà deve
comunque essere conquistata.
Soundtrack: Raduza - Dnes v noci nad svety
Sarebbe un errore pensare che l’uomo comune ami la libertà. Sarebbe un errore ancora più grande supporre che la libertà sia una facile conquista. La libertà è difficile da ottenere, è più facile rimanere schiavi.
Sarebbe un errore pensare che l’uomo comune ami la libertà. Sarebbe un errore ancora più grande supporre che la libertà sia una facile conquista. La libertà è difficile da ottenere, è più facile rimanere schiavi.
La libertà è prima rispetto
all’essere: non può essere determinata dal nostro essere. È senza fondamento,
senza causa. Quando cerchiamo di determinarla, di razionalizzarla, di
oggettivarla, la libertà scompare.
La nostra nozione di verità subisce
l’influenza dell’oggettivazione: solo ciò che può essere oggettivamente
verificato viene considerato vero, genuino, degno della nostra fiducia. Il
dominio del pensiero oggettivo, che si manifesta materialmente nella scienza e
nella tecnologia, soffoca – alienandola – la vita dello spirito e quella
dell’individuo.
Verità ha due significati: verità
come conoscenza della realtà, e verità come realtà stessa.
Dove dobbiamo cercare i criteri di
verità? Troppo spesso gli uomini cercano questi criteri in ciò che sta più in
basso della verità stessa, nel mondo oggettivo che porta con sé le sue
costrizioni: si cercano criteri per il mondo dello spirito in un mondo che è
materiale, infilandosi perciò in un vicolo cieco. La verità contingente e
provvisoria non può fornire nessun criterio per la verità ultima: essa sta
infatti a metà strada e non conosce né l’inizio né la fine. Ogni dimostrazione
poggia sopra un che di indimostrato, di postulato, di assunto a priori. C’è
un’alta dose di rischio e nessuna garanzia: la libertà dello spirito non
conosce garanzie.
L’unico criterio della verità è la
verità stessa e la luce che da essa si espande.
Soundtrack: Jaromír Nohavica - Ještě mi scházíš
La verità non ha niente a che vedere con il mondo oggettivo, è piuttosto in relazione con quello spirituale. La verità è qualcosa di presente ed immediato.
La verità non ha niente a che vedere con il mondo oggettivo, è piuttosto in relazione con quello spirituale. La verità è qualcosa di presente ed immediato.
La verità è il ridestarsi dello
spirito nell’uomo, la sua comunione con lo spirito.
La verità non è del mondo, ma dello
spirito: essa si conosce soltanto trascendendo il mondo oggettivo. La verità è
la terminazione del mondo oggettivo.
Come accadeva per la verità, nemmeno
alla dimensione spirituale si arriva partendo dal mondo naturale. Questa
dimensione, infatti, esiste per un suo proprio diritto, senza necessità di
essere dimostrata e provata. Cercare di farlo è come mettere il carro davanti
ai buoi.
L’esperienza spirituale è la realtà
più alta nella vita dell’uomo: in essa il divino non è dimostrato, ma si mostra
di per sé.
La realtà dello spirito è
testimoniata dall’intera esperienza dell’umanità: rifiutarla significa essere
ciechi e sordi di fronte alla realtà, significa essere incapaci di distinguere
le qualità dell’essere o di descrivere ciò che si distingue. Il mondo
spirituale è tanto reale quanto quello delle cose naturali. Questa realtà non
si può dimostrare, ma è percepita da coloro che riescono a distinguerne le
qualità. Lo spirito, perciò, mira quasi a sopraffare il mondo oggettivo: la sua
battaglia contro il potere dell’oggettivazione è una sorta di “rivoluzione
spirituale”.
Mentre l’oggettivazione annulla il
singolo in favore dell’universale e del generale, lo spirito ristabilisce ed
afferma il valore dell’individuo nei confronti di ciò che è immobile, inerte,
materiale, determinato, oggettivo.
L’anima dell’uomo ha più valore di
tutti i regni del mondo: il destino dell’individuo viene prima di qualunque
altra cosa.
Secondo Berdjaev la personalità umana
rappresenta qualcosa di più che il nostro modo di essere nel mondo: essa è
l’inestimabile ed irripetibile valore dell’individuo.
Il segreto dell’esistenza della
personalità sta nella sua assoluta non-rimpiazzabilità, nella sua unicità,
nella sua incomparabilità.
La personalità è qualcosa di unico al
mondo, non c’è niente cui si possa paragonare, niente che possa essere messo al
suo stesso livello.
Jaroslav-Monchak |
La personalità non è parte
dell’universo, ma è l’universo che è una parte della personalità: esso è una
sua qualità. Tale è il paradosso del personalismo.
La personalità contiene in sé
l’universo, ma questa inclusione ha luogo non nella sfera del mondo oggettivo,
bensì in quella del mondo soggettivo, cioè nella dimensione esistenziale.
La personalità è il centro
dell’esistenza, è capacità di soffrire e gioire. Nient’altro al mondo -
nazione, Stato, società, istituzione sociale, Chiesa - ha questa capacità.
L’esaltazione del valore
dell’individuo nei confronti della collettività non implica però l’affermazione
di un individualismo radicale né la necessità di un’opposizione alla comunità. L’affermazione
del supremo valore della personalità non ha solamente a che fare con la
salvezza personale, ma piuttosto con l’espressione della suprema vocazione
creativa della persona nel mondo in cui vive.
La personalità è di per se stessa
relazionale: essa presuppone una comunità e una comunione con gli altri uomini.
La profonda contraddizione e la difficoltà della vita umana è dovuta proprio a
questa dimensione relazionale della personalità.
L’abbandono dell’oggettivazione porta
al riconoscimento della creatività come la più alta dimensione realizzativa
dell’individuo, poiché «solo colui che è libero, crea».
La creatività è qualcosa che proviene
dall’interno, da incommensurabili ed inesplicabili profondità, non dal di
fuori, non dalla necessità del mondo. Il tentativo di rendere comprensibile e
di porre un fondamento all’atto creativo è destinato a fallire. Comprendere
l’atto creativo significa ammettere la sua inesplicabilità e la sua
non-fondazione. La creatività comporta una partecipazione al mistero
dell’esistenza, essa vive infatti nelle profondità della libertà.
La creatività è il più alto mistero
della vita, il mistero dell’apparizione di qualcosa di nuovo, finora
sconosciuto, non nato o derivato da qualcos’altro.
La vera vita consiste nella
creatività, non nello sviluppo: nella libertà dell’azione creativa e del fuoco
creativo, piuttosto che nella necessità e nella pesantezza del cristallizzarsi
in un autoperfezionamento.
Con “creatività” Berdjaev non intende
soltanto la produzione di opere d’arte, ma ogni processo di trasformazione
dell’io e del mondo.
In ogni attività artistica viene
creato un nuovo mondo: un mondo libero ed illuminato.
L’essenza della creatività artistica è
costituita dalla liberazione dal fardello della necessità. Nell’arte l’uomo
vive fuori da se stesso, libero dai pesi della vita: ogni atto
artistico-creativo è una sorta di trasfigurazione dell’esistenza. Nel pensiero
artistico l’uomo si libera dalle costrizioni del mondo. Nell’atteggiamento
artistico-creativo verso questo mondo troviamo un aggancio per un mondo
diverso.
Berdjaev vede l’avvento di un tempo
in cui il nostro potenziale creativo sarà molto più sviluppato rispetto ad ora.
Noi saremo allora in grado di collaborare con Dio per ri-creare il mondo.
Nella religione dello spirito, la
religione della libertà, tutto sarà fondato, non sul giudizio o sulla
ricompensa, ma sullo sviluppo creativo e sulla trasfigurazione, a immagine di
Dio.
Ci troviamo sulla soglia di un’era di
creatività religiosa, su uno spartiacque cosmico. Questo rovescerà gli effetti
della “caduta”, del “peccato originale”, ci porterà verso una nuova era (la Terza Epoca) e verso la religione dello spirito.
Il mondo non ha ancora visto un’epoca
religiosa della creatività. Il mondo conosce soltanto l’epoca della Legge
dell’Antico Testamento e l’epoca della Redenzione del Nuovo Testamento.
Le tre epoche della rivelazione
divina nel mondo non sono altro che le tre epoche della rivelazione dell’uomo.
Nella prima epoca è portato alla luce il peccato e viene rivelata una naturale
forza divina; nella seconda l’uomo si fa figlio di Dio ed appare così la
redenzione; nella terza, infine, si rivela la divinità della natura creativa
dell’uomo ed il potere divino diventa potere umano. La visione berdjaeviana
dell’umanità supera la distanza tra uomo e Dio attraverso l’atto creativo,
visto come un processo di divinizzazione.
La terza rivelazione dello spirito
non avrà nessun testo sacro, non ci sarà nessuna voce dall’alto; sarà compiuta
nell’uomo e nell’umanità – sarà una rivelazione antropologica, uno svelamento
della “cristità” dell’uomo.
L’alba dell’epoca religiosa della
creatività sarà anticipata da una profonda crisi della creatività stessa.
L’atto creativo produrrà nuovo essere e nuove realtà piuttosto che valori o
culture differenti; nella creazione la vita non verrà soffocata. La creatività
umana continuerà la Creazione, rivelerà l’unione della natura umana col
Creatore. Si arriverà così al passaggio del Soggetto nell’Oggetto e sarà
ristabilita la loro identità. Tutti i grandi artisti possono presentire questa
svolta.
Tratto da Filosofico.net - A Sangalli
Tratto da Filosofico.net - A Sangalli
Stefan-Beutler |
ANNIVERSARIO: UN ANNO : 245 POST : un unico divertissment
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