Thursday, January 1, 2015

Cosa pensano gli alberi? Ci osservano? Ci giudicano?

Pensieri oziosi del primo dell'anno, tra uno sbadiglio di sonno e uno stringersi nelle spalle per l'aria fredda e il piacere di stare al caldo, in casa, dietro le finestre. A guardare. Vedo alberi ed alberi. E tra questi, un albero più grande, molto più grande di qualsiasi casa che vedo. Chi sono loro, gli alberi, in mezzo ai quali conduciamo la nostra esistenza?
Marilyn Monroe photographed by Alfred Eisenstaedt,1953
L'albero più antico vive al centro della Svezia ed ha, pare, 8000 anni. Altri alberi hanno 4-5000 anni mentre quelli che datano 2-3000 anni sembrano essere tanti. In Italia ne sono censiti circa 150 e i più "vecchi" sono l'oleastro di San Baltolu di Luras (SS) e il "Castagno dei cento cavalli" nel comune di Sant'Alfio nel Parco dell'Etna. Due alberi "monumentali" che svettano a quota 3000 anni.

Marielle Hadengue a.k.a. Sarah Moon, photographer
 E noi? Ci accontentiamo di un'età media di 75 anni e di record di 100 anni e poco più. E pretendiamo di conoscere e sapere. Di avere visto. Ma cosa abbiamo visto? Molti, oltretutto, vivono una vita lontana dal mondo di cui pertanto non conoscono evoluzione e trasformazione.

Noi tutti, però, senza essere venuti a contatto con gli alberi millenari, abbiamo certo esperienza di piante che sono rimaste impresse nella nostra memoria fin da quando erano "giovani alberelli" e che sono cresciute insieme a noi. Piante, in sintesi, che ci hanno accompagnato nel corso della nostra vita. E che ci hanno osservato in momenti diversi dell'esistenza.
Javier Vallhonrat Guezzi, Madrid, photographer
Ci hanno visti. Ci hanno sentiti. Ci hanno toccato. Ci hanno protetto e ci hanno colpiti. Li abbiamo accarezzati, guardati e a volte tagliati e strappati. Abbiamo sentito il fresco della loro ombra e il frusciare, lo stormire delle foglie.

Abbiamo sentito il rumore delle foglie che cadono e quello dei nostri passi sui letti delle loro foglie. Abbiamo sfiorato il muschio dei loro tronchi e odorato il profumo delle foglie e della corteccia e della loro linfa. Ma anche abbiamo assaporato il gusto del loro legno e della clorofilla delle loro foglie e quello dei loro frutti. Dolci, aspri, farinosi e schietti. Gustosi e delicati. Forti, decisi ma anche sfumati e tenui.
Felix Vallotton, Laid Down Woman, Sleeping, 1899
Li abbiamo gustati crudi ma anche cotti. Al forno, bolliti e stufati. Abbiamo preparato dolci con le loro farine e li abbiamo cotti insieme ad altri frutti e ogni tradizione ne ha conservato segreti assai diversi e preziosi.

Siamo stati grati del loro sostegno e ci hanno procurato armi per cacciare e per nutrirci e cucinare. Li abbiamo abbracciati e ci siamo fatti abbracciare da loro. Ci siamo nascosti per non farci vedere e ci siamo arrampicati per guardare lontano.
Hudrey Hepburn - Bill Avery, photographer -1954
Veniamo dagli alberi e, forse, desideriamo finire sotto, nelle vicinanze di uno di loro. Per nutrirli di noi come loro hanno fatto con noi. Un ciclo. Abbiamo sentito la soggezione verso la loro grandezza e il rispetto per la loro austerità. Così grandi loro e così minuscoli noi.

Sotto di loro, davanti a loro, gli uomini hanno amato, hanno odiato, hanno pianto ed hanno riso. Sono nati e sono morti. Hanno inciso la loro presenza e la loro altezza e le date della loro vita. E loro ci hanno sentiti, osservati e forse giudicati.

"Allor porsi la mano un poco avante,
e colsi un ramicel da un gran pruno;
e 'l tronco suo gridò: «Perché mi schiante?»

Da che fatto fu poi di sangue bruno,
ricominciò a dir: «Perché mi scerpi?
non hai tu spirto di pietade alcuno?"

(Inferno, Canto XIII)

Briton Riviere - Sympathy - circa 1878
L'albero-uomo e l'uomo-albero di Dante Alighieri ... e se fosse così?
Soundtrack: Merrilee Rush - Angel Of The Morning (1968)


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