|
L'Atalante 1938 - Jean Vigo |
Nella società cambogiana il fantasma esiste. E' un fatto reale (ovviamente in termini culturali ma in senso non metaforico) che si trova nella letteratura, nel cinema, nella credenza del quotidiano. I cambogiani credono realmente nella presenza (e dicono di vederli) dei fantasmi. Il fantasma tendenzialmente non protegge, bensì aggredisce, anche se ci sono fantasmi buoni. Diciamo che la percezione di timore prevale su quella di protezione. Il fantasma sta sugli alberi e aggredisce quando è cattivo e ci si deve difendere (cerchi magici entro i quali stare, ecc ...). Il fantasma, in ogni caso, è oggettivo e non soggettivo.
Per noi, abbandonata la letteratura gotica, i fantasmi sono più soggettivi che oggettivi (esiste sempre qualcuno che li crede reali ...). Il fantasma, ad esempio, è un'identità a cui la psichiatria si è molto dedicata. Il fantasma non ci allontana dalla realtà ma la modula, la filtra e quindi ne offre una visione soggettiva. La rende soggettivamente più reale di quanto sia di fatto.
|
Vivre sa vie - Jean-Luc Godard |
Il fantasma rimodella le esperienze e le fa proprie e le ripone nella memoria in modo tale da poterle riutilizzare per interpretare nuove realtà. Ma dove nasce il fantasma? Nasce con ciascuno di noi e cresce insieme a noi, assimilando tutte le nostre esperienze. Da quelle primordiali, istintive a quelle più razionali, conformate all'idea di società in cui si vive ed a quelle visualizzate, cioè viste e subite dagli altri.
Siamo figli dei nostri genitori non solo perché veniamo creati dall'unione di due catene di DNA di due cellule diverse ma anche, e forse soprattutto, perché acquisiamo da loro tutti i comportamenti, i ragionamenti, le giustificazioni, le debolezze, l'amore, la dolcezza e la forza. Ma siamo anche una parte dei nostri genitori perché ne ereditiamo alcune caratteristiche. Quindi il nostro fantasma è sia prima che durante il nostro vivere.
|
Genuine - Robert Wiene - Art César Klein |
Cosa vuole il fantasma? Vuole il nostro piacere ma anche lo nega. In un senso stimola le nostre visioni e i nostri comportamenti verso cose e situazioni reali che ci danno piacere, soddisfazione ma anche si oppone a loro deviando il nostro gusto verso le stesse e le nostre azioni, di conseguenza. Possiamo dire allora che una parte del fantasma è buono ed una parte del fantasma spinge alla deviazione.
Attraversare il fantasma, a questo punto indica l'azione di entrare in una nebbia dove il passato si svela in termini che a mente fredda non sappiamo neppure vedere. Significa dare il significato alle cose. Chiarire le domande che ci poniamo di fronte a comportamenti che non sono semplice risposta a richiesta. Comportamenti che sembrano nascere da noi con motivazioni che sono solo in noi. La perversione è un esempio, la nevrosi è un esempio, la rabbia ne è un altro. Ma anche la spinta al sacrificio, a farsi carico degli altri, dei loro problemi, ad assistere senza porre il limite tra noi e loro.
|
Bachelor's Grove Cemetery |
Quindi il fantasma, o i fantasmi, hanno doppia valenza. Attraversarli è nostro compito, se non altro per riuscire a capire un poco di più chi siamo e perchè siamo e come potremo essere. Cosa è alla luce e cosa è nell'ombra. In fondo, è andare controcorrente al nostro modo di essere "regolari", cioè di apparire esattamente nei modi in cui gli altri si attendono di vederci.
Sani, belli, virtuosi, positivi, instancabili, onesti, buoni, puri, ecc ... ecc ...
|
Jacques Lacan |
Soundtrack:
Michel Legrand - Vivre sa vie
No comments:
Post a Comment