Friday, March 7, 2014

Il dilemma dell'atto

"... debbo pensare
che se sottraggo al mio sangue
il diritto che gli diede
la legge umana e divina,
non agisco da cristiano;
Perché non v'è legge al mondo
che, per vietare a mio figlio
d'esser crudele e tiranno,
costringa me a diventarlo:
e se maltratto mio figlio
per impedirgli un delitto,
sono io che lo commetto."

Calderòn de la Barca
La vita è sogno - Atto primo 

Come agire? Secondo quanto letto non c'é possibilità di azione giusta per ogni aspetto. Ove si agisca, si commette un errore. Nel lasciare fare ed anche nell'impedire. Insomma, la condizione umana è l'errore. Scegliere quindi il minore dei mali perché il giusto, l'ottimo non è possibile. E' così?

Ci sono però le leggi umane e quelle divine che aiutano in questo dilemma, dell'agire o non agire. Ma possiamo dire che esistono due tipi di leggi? Le leggi umane in cosa differiscono da quelle divine? Forse le seconde sono leggi trasversali, di principio. Viceversa, le prime sono più specifiche, legate al singolo caso ed alla contingenza. Le seconde di ampio respiro, le prime di corta visuale.

Eppure, poiché sentite e avvertite e scritte dall'uomo, possiamo dire che entrambe sono umane. L'uomo d'altra parte ha del divino i  sé. Ma, allora, cosa c'entra nella prima parte della citazione esprimere un giudizio sul modo di agire? Perché tirare in ballo il concetto dell'essere cristiano.
Essere cristiano significa forse non sottrarre mai ad alcuno il diritto dato dall'uomo e da Dio? C'è - d'altra parte - modo e modo di sottrarre: il sottrarre nascondendo, togliendo, convincendo, impedendo, ecc ... 
Ora, se convinco che un'azione sia sbagliata, sottraggo forse il diritto di compierla? E se la impedisco impedendo l'azione fisicamente, sottraggo il diritto allo stesso modo? Ecco, sono due cose che sembrano diverse. La differenza è la violenza della seconda, rispetto al rispetto della prima.
Possiamo vedere come uno stesso risultato (il sottrarre un diritto) possa essere raggiunto con la violenza o con il rispetto. Vale a dire che il male e il bene possono sortire lo stesso effetto. Giusto? Cambiando il senso e l'ordine dei fattori, il risultato non cambia. Come una regola matematica. E non è forse parimenti vero che un'azione giusta può sortire un effetto negativo al pari di una cattiva azione? Quante volte si sbaglia volendo fare del bene ...

Quindi, non direi che Calderon de la Barca abbia centrato l'obiettivo con le parole del Re Basilio, se non quando gli fa dire:

       "Y asì, entre una y otra causa,                               "E cos', tra mille dubbi
         vacilante y discursivo,                                           esitante e timoroso,
         previne un remedio tal,                                         sono giunto a un compromesso
        que os suspendas los sentidos."                            che certo non vi aspettate"

Anticipa così una scelta (il compromesso) che gli pare giusta, quella di incoronare suo figlio a sua insaputa lasciandogli la libertà di essere ciò che crede: a) inaspettatamente giusto e buono, oppure 2) coerentemente ingiusto e tiranno, e così facendo, intervenire nel secondo caso per toglierlo dal trono e affidare lo stesso a due cugini in modo da consentire di fare giusto e sbagliare in contemporanea.

Ma anche queste tre scelte sono opinabili, forse perché ciò che è, per me non è per te e viceversa. Forse perché le leggi divine non ci aiutano in tutto o forse perché siamo noi ciechi e non le sappiamo vedere nel giusto modo. Il mondo e la vita sono un vorticoso ballo dove si sbaglia e si crede e si fa giusto e si dubita in un continuo senza fine, ma pur sempre illusi nella ricerca del bene.

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