Wednesday, March 5, 2014

Yggdrasill - Sotto il frassino, il destino degli uomini

Prendiamo spunto da Snorri Sturluson, grande erudito islandese vissuto tra il 1178 e il 1241, e dal suo libro Edda:

Là sotto il frassino (Yggdrasill) c'è una bella sala presso la fonte e da questa sala vengono tre fanciulle che si chiamano Urðr, Verdðandi e Shuld; queste fanciulle danno agli uomini la vita; noi le chiamiano Norne.

« Da quel luogo vengono fanciulle
di molta saggezza,
tre, da quelle acque
che sotto l'albero si stendono.
Ha nome Urðr la prima,
Verðandi l'altra
(sopra una tavola incidono rune),
Skuld quella ch'è terza.
Queste decidono la legge,
queste scelgono la vita
per i viventi nati,
le sorti degli uomini. »

Ma ci sono anche altre Norne che vanno da chiunque nasce per dargli la vita, ed esse sono di schiatta divina, ma altre della stirpe degli Elfi ed altre ancora di quella dei Nani, com'é detto infatti:

"Di molto varia la discendenza
penso che siano le Norne
e non della medesima stirpe;
alcune discendono dagli Asi,
alcune discendono dagli Elfi,
altre sono figlie di Dvalinn."

Allora Gangleri disse: "Se le Norne determinano i destini degli uomini, allora li ripartiscono in modo ineguale: taluni hanno una vita buona e ricca ma altri non hanno né ricchezza né onori; talini vita lunga, altri breve."

Soundtrack: Svefn-g-englar - Sigur Rós

In effetti, da cosa è determinato il destino di un uomo? Dai natali e dalle occasioni della vita. Dalle tre Parche o dalle Norne. Da qualcosa che è intrinseco a lui e da latro che incrocia nel tempo. Ma anche questo è condizionato dai natali.

Allora, potremmo considerare che ben poco sia dell'uomo per decidere di sè? Tutto è Fato? In parte, dopo tanti anni, mi sento di dire di si ma anche di considerare che una parte dipende da noi.

Ma anche questa parte dipende dal carattere e questo non si forma esclusivamente nel tempo ma lo si trova già impostato dalla nascita.

Un bambino è buono e l'altro è cattivo. Uno è attento alle meraviglie del mondo, l'altro pensa solo a ciò che gli interessa. Uno è vivace e si relaziona con gli altri e l'atro è tranquillo e tende ad isolarsi. Uno sorride fin dal mattino e l'altro tiene il broncio.

La cultura, la sensbilità, gli incontri, le esperienze fanno l'altra parte del carattere ma c'è qualcosa che poco dipende da noi ed è il nostro corpo.

Epitteto diceva che l'uomo è folle perché affida la propria felicità a cose che non dipendono da lui. E il corpo è la prima cosa che non dipende da noi. Si ammala e noi non lo vorremmo. Muore e non lo vogliamo.

Possiamo dire che la durata della vita dipende, se consideriamo il solo corpo, da qualconsa al di fuori del nostro controllo. éenso ad un bambino che si ammala e muore nella sua prima infanzia. Non si è cercato nulla di quanto avrebbe potuto fargli male, eppure ...

Sono riflessioni incomplete perché molto c'é da dire ancora ma l'essenza è un po' questa.

Si potrebbe pensare che la durata di una vita dipende piuttosto dall'intensità e dalla velocità con cui ciascuno porta a compimento il proprio destino e quindi il proprio compito.

Se pensiamo a Dio, la durata della vita è correlata con il raggiungimento di alcuni valori che si rendono evidenti, si svelano mentre li viviamo. Questo spiega la serenità delle persone che portano a compimento la propria esistenza prematuramente (secondo noi) e guardano all'orizzone della loro rinascita in Cristo.

Ma per gli altri? Inconsapevoli corridori della vita. Troppo presto al traguardo?
Soundtrack: Sigur Rós - Heysatán-Heima

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