Per i latini il termine "persona" significava "maschera teatrale" e quindi costituiva la rappresentazione di un certo "tipo" umano. Un carattere. Persona come essere vivente è quindi un'estensione del significato primigenio ma solo nei termini morali e non di individuo.
La persona quindi non è l'equivalente di individuo chiuso in sè, bensì indica una costruzione morale che si attua come sè proprio in quanto costituisce una relazione con gli altri. Maschera teatrale in rapporto con l'altro e che trova espressione in una libera realizzazione di fini. I fini attraverso i quali si costruisce il valore morale della propria individualità.
Quindi la maschera è l'espressione di un proprio comportamento che identifica la nostra moralità Una maschera che può cambiare in base alla scena perché esprime un modo di essere e non l'essere. L'essere sta dietro, privo di connotazione visiva e, d'aktra parte, lo spirito, il pensiero, la mente non possiedono alcuna rappresentazione figurata. Quindi, ognuno di noi veste una maschera che può cambiare all'occorrenza.
Esiste modo di rappresentare il proprio individuo in modo trasparente, senza alcuna maschera? In fondo, l'attore, quando esce di scena e torna nel proprio camerino, fuori da qualsiasi sguardo, si toglie la mascher e torna se stesso. ... fino a quando non compare un ammiratore ed allora - ecco - rimette la maschera. Quindi noi recitiamo in continuazione? Tu cosa sei in realtà? Io cosa sono in realtà? e Voi?
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