Wednesday, August 14, 2013

Love, Devotion and Surrender: Riflessioni dopo 40 anni

Era il 1973. Carlos Santana e John McLaughlin uscivano con un disco insieme. Devadip e Mahavishnu.

L'album, ispirato dagli insegnamenti del Guru Sri Chimnoy, rappresentava un tributo a John Coltrane (A love supreme).
 Mi colpiva all'epoca il concetto di "surrender". Un atteggiamento di abbandono in contrasto con la visione positivista dell'uomo protagonista attivo di se stesso e del proprio futuro. Abbandono come "scelta di libertà" totale da tutto quanto è "materiale". Mi colpiva perché non capivo.

Poi, nel 2012 mi sarei imbattuto nella spiegazione di un prete, Padre Carron, del concetto di "voto di povertà e di voto di castità". Premetto che questi pensieri sono riflessioni in piena libertà e come tali anche viziati da paralleli e correlazioni non giuste. Dicevo, che nel 2012 mi sono imbattuto in queste riflessioni su concetti che conoscevo solo per il loro significato più mediatico e banale. Secondo logiche passive, acritiche e di luogo comune. Insomma, credevo si sapere e invece non sapevo nulla.

Carron spiegava che voto di povertà era uguale a liberazione dal desiderio di possedere le cose e che per voto di castità si intendeva la libertà dal desiderare le persone. Si trattava quindi di una logica comune (= libertà da qualcosa, il desiderio di avere, possedere) applicata a cose inanimate e a persone, esseri viventi. Una scelta, il votarsi, il voto, che originava da una volontà di essere libero, di liberarsi da vincoli materiali. Possiamo dire, una scelta con genesi libertaria. L'uomo può liberarsi dalla materia, dal materialismo e da tutti i difetti che derivano dal desiderare cose e persone, scegliendo lo spirito, la spiritualità.
Calvaire de Notre Dame de Tronoen - Bretagna - 1450-1470
 Una scelta che deve essere talmente permeante da diventare un agire spontaneo, senza bisogno di riflessione. Una scelta di abbandono alla spiritualità. Abbandonarsi alla spiritualità significa farsi guidare totalmente da essa, lasciando alle spalle qualsiasi analisi critica, razionale, di tipo essenzialmente umana. In termini religiosi, se crediamo nella logica di spiritualità = religione, lasciandoci guidare da una fede. Ma questo significa scegliere l'obbedienza totale ad una fede per diventare liberi. Obbedire per essere liberi? Non sembra un paradosso? Si, se si pensa in termini umani (positivisti). No, se si agisce sul terreno divino, dello spirito. La liberazione tramite il divino. La liberazione dell'anima dalle briglie della materia.
E' il nirvana delle religioni indiane che si raggiunge attraverso la liberazione dalle sofferenze. E' la perfezione con L'Essere Supremo di altre religioni. E' l'assonanza con l'armonia.

Secondo San Paolo, si parla di "mortificatio" senza la quale non è possibile la "vivificatio". Platone aveva compreso che l'uomo diventa migliore quando tende verso la bontà assoluta. Il Padre è tale solo quando genera il Figlio e il Figlio è tale perché deriva dal Padre. E così l'uomo nel suo rapporto con il Divino. L'uomo esiste in quanto è in relazione con l'Altro. E poiché l'Altro è spirito, l'uomo deve liberarsi dalla materia.

Soundtrack : Mahavishnu

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