Saturday, August 17, 2013

Monopoli: un gioco reale che non piace più

Chi non ricorda di avere giocato almeno una volta a Monopoli, il gioco dell'accaparramento di vie ed edifici? Chi non ricorda la suddivisione del mondo/percorso in zone povere e zone privilegiate? Un gioco dove la fortuna e gli imprevisti potevano anche condizionare la partita e dove la capitalizzazione era la regola da seguire. Innocenti giocatori coinvolti in una partita che spiegava (senza rivelare del tutto) come sarebbe stato il gioco della vita. Il mondo infatti è così. Ma, a volte, salta fuori una notizia che (almeno in apparenza) sembra andare controcorrente.
A febbraio era stata annunciato il progetto della fusione tra la compagnia aerea US Airways e la American Airlines, un'operazione da 11 miliardi di dollari che avrebbe portato alla creazione di un gruppo con 6.700 voli giornalieri e un fatturato annuo di 40 miliardi di dollari. 

Ora, lo stop del tribunale federale di Washington. Secondo il dipartimento di Giustizia, la fusione «minerebbe la competizione sui mercati locali» perché «ridurrebbe sostanzialmente la competizione nel settore aereo commerciale nei mercati locali attraverso gli Stati Uniti» con conseguenti tariffe più alte e minori servizi. Questo, perchè si realizzerebbe un monopolio del trasporto aereo americano.

Il dipartimento di giustizia americano ha spiegato che «le esperienze passate mostrano come le varie compagnie aeree preferiscano coordinarsi tacitamente piuttosto che optare per una competizione aperta». Ovvio, no?
 E' quello che succede anche da noi, come (solo per citare pochi esempi) la farsa della liberalizzazione dei prezzi delle compagnie assicurative, di quelle petrolifere e della grande distribuzione.
(Ap)
Di fronte alla "scusa" a favore di questa fusione che eviterebbe la bancarotta (motivo che aveva giustificato precedenti fusioni tra altre compagnie aeree americane), il governo USA ha replicato che «queste due compagnie sono in salute e nella posizione di essere competitive stando separate». Un bell'esempio di come si può governare salvaguardando i diritti dei cittadini di fronte agli interessi delle aziende ma un altro esempio di cosa è in realtà la "Borsa". Un'arena di speculatori. Infatti, se dopo l'annuncio della fusione le azioni di US Aerways erano letteralmente "volate", quadruplicandosi, dopo questa notizia sono apparse "in caduta libera".

Questo comportamento ricorda un po' quello della fusione Fiat-Crysler, quando l'annuncio della fusione tra le due case automobilistiche (la prima dotata di brevetti molto interessanti e di una rete di assistenza post-vendita molto ampia e la seconda decisamente in crisi) aveva portato le azioni Crysler (acquistate in precedenza dalla dirigenza Fiat a pochi soldi) a subire un'impennata, con forte guadagno degli azionisti. 

Elkan e Marchionne promettono (2011) 20 miliardi di investimenti
All'epoca la fusione veniva "spacciata" per una grande opportunità per la nostra (ora sempre meno nostra) FIAT, mentre invece la verità era ben diversa. Una verità che ha portato alla farsa delle votazioni interne sul "nuovo" contratto di lavoro, al tentativo di esclusione dal tavolo contrattuale di un intero sindacato e alla vergognosa marcia indietro nei confronti delle promesse di investire (ridicolmente mantenute) in Italia. 

Anzi, ora, poco alla volta vedremo sparire la FIAT dal nostro territorio (giudicato dall'AD di scarsa strategicità commerciale). Per ora si tratta "solo" della sede del gruppo (Olanda, America, Canada ...), poi vedremo ... 

Loro hanno detto che si tratta solo di aspetti non rilevanti e che il cuore della FIAT è e resta italiano ma i segnali sono ben diversi.

Intanto, dopo la sentenza della Consulta che dichiara illegittimo l'articolo 19 del contratto FIAT e sancisce il reintegro della FIOM ai tavoli di trattativa aziendali, l'AD ha dichiarato che "in Italia non si può fare impresa ..."
Cosa dire di più? Aspettare il 2015 quando ha dichiarato di terminare il suo rappporto con FIAT? La dignità dice di no. La dignità di uomini liberi che è l'unica a contare.

Soundtrack: Feel free

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