Washington Post - The end of an era
Obiettività e democrazia?
250 milioni di dollari. Il prezzo
da pagare per acquistare il quotidiano fondato nel 1877 da Stilson Hutchins, un
democratico con idee aperte ed indipendenti. Nel 1946 il Post passa alla
famiglia Graham che porterà avanti la tradizione di editore fino ai nostri
giorni.
Quotidiano capace di
influenzare molte scelte politiche americane, a livello mondiale il Post è
famoso per avere pubblicato per primo le notizie in merito allo scandalo
Watergate che, nel 1974, portò alle dimissioni del presidente Nixon.
Ora, il
Washington Post è di proprietà di Jeffrey Bezos, fondatore e presidente di
Amazon.com. Ma, non solo, con il Post seguono tutte le altre società affiliate
che riguardano non solo l’editoria nazionale e internazionale (Express, El Tiempo Latino, The Gazette, Greater Washington
Publishing, Washington Post Writers Group) ma anche
aziende che operano nel campo dell’educazione (Kaplan Inc, StudentAdvisor.com), emittenti radiofoniche (Post-Newsweek stations = 6 VHF emittenti
radio tutte classificate tra le top 50), 1 televisione via cavo (Cable-One) e
società che operano nel campo dell’interattività (Slate Group, Avenue100 Media
Solutions e Social Code).
Il quesito è
sempre lo stesso: la concentrazione dell’informazione in mano a pochi gruppi
finanziariamente rilevanti mantiene la garanzia di indipendenza politica e
sociale? In un mondo in cui alcune multinazionali vantano un fatturato
superiore al PIL di diversi Paesi questo aspetto non è marginale.
La tutela dell’individuo,
la sua ricchezza, il valore della diversità culturale, sociale, politica, ecc …
è così “fondamentale” da non potere essere lasciata in balia di interessi
economici. Il Vangelo recita che la ricchezza non deve diventare la guida delle
azioni dell’uomo. Ma, si sa, l’uomo è debole e cede alle lusinghe del denaro e
della potenza e per questo esiste la democrazia. Non l’oligarchia dove pochi decidono
per il “bene” degli altri. Al tempo dell'antica Grecia, gli oligarchi dovevano essere
persone illuminate, rette, di sicura affidabilità per potere gestire il bene di
tutti … ma oggi gli oligarchi non sarebbero solo persone economicamente
potenti? Cioè persone che hanno fatto della ricchezza finanziaria il proprio
credo? Ecco, penso alla nostra Italia ed alla riforma della legge sul
finanziamento dei partiti. E penso che la democrazia debba prevedere un costo
della propria politica per assicurare la pluralità delle rappresentanze e delle
voci nel dibattito legislativo. E penso, quindi, che i partiti debbano per
questo essere a carico di tutti i cittadini. Ovvio che si debba arrivare ad una
moralizzazione e morigeratezza dei costi (prendiamo esempi illuminati in Europa
e smettiamo di cercare soluzioni “migliori”, dove il meglio è nemico del bene).
Per questo, spaventa che il finanziamento dei partiti venga lasciato al privato
(a quale privato?). In questo modo, dopo l’informazione, anche la politica
diverrebbe espressione di pochi. Qualcuno potrebbe dire che è già così. D’accordo,
ma se rinunciamo proprio a tutto che senso ha chiamarci uomini ed essere degni
di pensare, illuderci, sperare, desiderare, ecc …?
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