Tuesday, August 6, 2013

Washington Post - The end of an era Obiettività e democrazia?


Washington Post - The end of an era

Obiettività e democrazia?

250 milioni di dollari. Il prezzo da pagare per acquistare il quotidiano fondato nel 1877 da Stilson Hutchins, un democratico con idee aperte ed indipendenti. Nel 1946 il Post passa alla famiglia Graham che porterà avanti la tradizione di editore fino ai nostri giorni. 
 Quotidiano capace di influenzare molte scelte politiche americane, a livello mondiale il Post è famoso per avere pubblicato per primo le notizie in merito allo scandalo Watergate che, nel 1974, portò alle dimissioni del presidente Nixon.
Washington Post : 9 agosto 1974


Ora, il Washington Post è di proprietà di Jeffrey Bezos, fondatore e presidente di Amazon.com. Ma, non solo, con il Post seguono tutte le altre società affiliate che riguardano non solo l’editoria nazionale e internazionale (Express, El Tiempo Latino, The Gazette, Greater Washington Publishing, Washington Post Writers Group) ma anche aziende che operano nel campo dell’educazione (Kaplan Inc, StudentAdvisor.com), emittenti radiofoniche (Post-Newsweek stations = 6 VHF emittenti radio tutte classificate tra le top 50), 1 televisione via cavo (Cable-One) e società che operano nel campo dell’interattività (Slate Group, Avenue100 Media Solutions e Social Code).
Il quesito è sempre lo stesso: la concentrazione dell’informazione in mano a pochi gruppi finanziariamente rilevanti mantiene la garanzia di indipendenza politica e sociale? In un mondo in cui alcune multinazionali vantano un fatturato superiore al PIL di diversi Paesi questo aspetto non è marginale.
La tutela dell’individuo, la sua ricchezza, il valore della diversità culturale, sociale, politica, ecc … è così “fondamentale” da non potere essere lasciata in balia di interessi economici. Il Vangelo recita che la ricchezza non deve diventare la guida delle azioni dell’uomo. Ma, si sa, l’uomo è debole e cede alle lusinghe del denaro e della potenza e per questo esiste la democrazia. Non l’oligarchia dove pochi decidono per il “bene” degli altri. Al tempo dell'antica Grecia, gli oligarchi dovevano essere persone illuminate, rette, di sicura affidabilità per potere gestire il bene di tutti … ma oggi gli oligarchi non sarebbero solo persone economicamente potenti? Cioè persone che hanno fatto della ricchezza finanziaria il proprio credo? Ecco, penso alla nostra Italia ed alla riforma della legge sul finanziamento dei partiti. E penso che la democrazia debba prevedere un costo della propria politica per assicurare la pluralità delle rappresentanze e delle voci nel dibattito legislativo. E penso, quindi, che i partiti debbano per questo essere a carico di tutti i cittadini. Ovvio che si debba arrivare ad una moralizzazione e morigeratezza dei costi (prendiamo esempi illuminati in Europa e smettiamo di cercare soluzioni “migliori”, dove il meglio è nemico del bene). Per questo, spaventa che il finanziamento dei partiti venga lasciato al privato (a quale privato?). In questo modo, dopo l’informazione, anche la politica diverrebbe espressione di pochi. Qualcuno potrebbe dire che è già così. D’accordo, ma se rinunciamo proprio a tutto che senso ha chiamarci uomini ed essere degni di pensare, illuderci, sperare, desiderare, ecc …?

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