Gregory Corso – Beat Generation (I)
Poeta. Nato Nunzio
per le origini italiane, scelse di chiamarsi Gregory. Abbandonato, chiuso in
orfanotrofio, fuggito, rinchiuso in riformatrorio e poi in carcere. Così imparò
a scrivere. Del carcere, della violenza, degli uomini e delle loro espressioni.
Il più giovane del gruppo della Beat Generation.
Gregory Corso, Allen Ginsberg, William Burroughs and Maretta Greer (1967) |
Pubblicò per la prima
volta nel 1955. Poi nel 1958, un’altra pubblicazione. Approda alla libreria-editore
City Light con una composizione di poesie dal titolo Gasoline & The Vestal Lady on Brattle. Tra queste, la sua poesie-icona “The Bomb”
con i versi strutturati formalmente per disegnare il fungo atomico e “The Marriage”.
Should I get married? Should I be good?
…
When she introduces me to her parents
back straightened, hair finally combed, strangled by a tie,
should I sit knees together on their 3rd degree sofa
and not ask Where's the bathroom?
…
O how terrible it must be for a young man
seated before a family and the family thinking
We never saw him before! He wants our Mary Lou!
After tea and homemade cookies they ask What do you do for a living?
Should I tell them? Would they like me then?
Say All right get married, we're losing a daughter
but we're gaining a son.
And should I then ask Where's the bathroom?
…
No, I doubt I'd be that kind of father
…
No, can’t imagine myself married to that pleasant prison dream …
Gregory Corso, Marin Headlands, 1978 © Larry Keenan |
Per questo, Gregory Corso è portavoce di un movimento senza pronunciare proclami o discorsi retorici. Senza autoreferenza ma anzi con critica intrinseca e ironia. Di fatto, in una logica di grande intelligenza o di grande equilibrio o di grande “indecisione”. Come nelle frasi iniziali di “Marriage”, Should I …
Amato da Keruack e da Ginsberg e non compreso da Ferlinghetti. Frainteso da pacifisti e da sostenitori della bomba, il problema risiedeva nell’ironia del messaggio. Si può dire qualcosa, giocando sul paradosso e sul grottesco. Svelando la violenza in un gesto animato da pacifismo. La bomba è realtà, la morte è realtà e la conseguenza è un possibile inno al caos che segue. Questo è “The Bomb”.
In un articolo di Nicola d’Ugo (Notizie in… Controluce, n. X/3, marzo 2001, pp. 20-21) si precisa che: “Dopo aver assistito alla dimostrazione di un esperimento nucleare in Inghilterra e all’accanimento dei pacifisti contro la bomba, il poeta newyorchese se la prese con l’espressione violenta del pacifismo stesso, componendo una "lettera d’amore" alla bomba atomica, contro la stupidità umana che genera violenza: per Corso la bomba era un prodotto della storia, di una mentalità di fondo sbagliata che stava coinvolgendo tutti, militaristi e pacifisti allo stesso modo, che vedeva ora contrastarsi su un terreno della violenza, quale espressione socialmente indotta nell’individuo e condivisa da entrambe le fazioni.”
1937, Louisville (Kentucky) - Margaret Bourke-White: There's no way like the American Way |
Ironia e paradosso
anche nel poema “The American Way” le cui prime strofe dicono:
I am a great
American
I am almost
nationalistic about it!
I love America like a
madness!
But I am afraid
to return to America
I’m even afraid
to go into the American Express
Anarchico,
iconoclasta, contrario più alle regole che fedele ad un’ideologia, Gregory
Corso rinunciava all’insegnamento in università piuttosto che dichiararsi non comunista,
come veniva richiesto in quegli anni in America condizionati dal senatore
McCarthy. Sregolato, ha vissuto per tutta la vita senza accettare leggi e
imposizioni. Nato svantaggiato, ha vissuto in modo privilegiato. Pagando però ogni
cosa. Seguendo le radici e forse un certo gusto, questa volta retorico
nonostante ripetute manifestazioni di irritazione nei confronti del suo essere
un celebre “beat”, ha scelto di essere sepolto a Roma, nel Cimitero Acattolico,
al fianco di famosi scrittori e poeti internazionali.
Il suo epitaffio
ricorda il continuo circolo dell’esistenza che non può essere fermato.
Spirit
is Life
It flows thru
the death of me
endlessly
like a river
unafraid
of becoming
the sea
Colonna sonora per Gregory Corso: BIRDY
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